Curno

Blasonatura

Interzato in fascia: nel PRIMO d’azzurro, all’anfora d’oro, addestrata da un sesterzio d’argento e sinistrata da un ramo di corniolo fruttato di tre, il tutto al naturale; nel SECONDO d’argento a due torri di rosso, murate di nero e merlate alla guelfa; nel TERZO di verde alla ruota dentata di 12 d’argento.

(DPR 10/12/1973, CONCESSIONE)


Note

Le motivazioni sono qui di seguito riportate — lo stemma ricorda nell’anfora e nel sesterzio i rinvenimenti della Necropoli Romana risalente al I secolo a. C. avvenuti nel 1968; nel ramo di corniolo la pianta di durissimo legno che pare abbia dato nome al paese; nelle due torri i fortilizi esistenti nel Medioevo; nella ruota dentata la trasformazione avvenuta in questi ultimi lustri da centro agricolo in industriale. Il direttore dell’Archivio di Stato di Bergamo, Nicola Raponi, con nota del 12 novembre 1973 espresse parere favorevole: — in effetti lo scudo appare troppo caricato da un numero eccessivo di figure araldiche, ma le memorie storico–corografiche sembrano giustificare sufficientemente l’inserimento di tali figure, per cui non pare a questa direzione che si possano avanzare riserve, anche in ragione della corretta disposizione dei colori.

In un interzato in fascia, diviso in tre parti da due linee orizzontali, sono poste sullo stesso piano figure non omogenee. Nella prima parte, quella superiore, su fondo d’azzurro, l’anfora d’oro è affiancata dal sesterzio d’argento e dal ramo di corniolo, fruttato di tre il tutto al naturale; nella parte centrale, su fondo d’argento, le due torri di rosso, figure che si sviluppano in altezza, sembrano quasi invisibili. Nell’ultimo campo, quello inferiore, su fondo di verde, è presente la ruota dentata di 12 d’argento.

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