Fara Gera d’Adda

Blasonatura

Partito di oro e di rosso; al trimastio dell’uno nell’altro, merlato alla guelfa, aperto e finestrato; al capo d’argento, caricato di un leone di rosso.

(DPR 11/5/1951, CONCESSIONE)


Note

Il sindaco Edoardo Reseghetti durante l’assemblea del consiglio comunale del 23 giugno 1949, ricordò che il Comune di Fara Gera d’Adda aveva già intrapreso le procedure per la richiesta di concessione di un emblema comunale sin dal 1939, purtroppo le pratiche si fermarono per gli eventi bellici. Lo Studio Araldico di Genova, che aveva elaborato il progetto, ripropose lo stesso bozzetto di dieci anni prima modificando il capo del littorio abrogato con la fine del periodo fascista. Fu eliminato del tutto il fascio del littorio, al suo posto fu inserito su fondo d’argento un leone di rosso, simbolo della feudalità della terra di Fara Gera d’Adda.

Il 27 aprile 1951, lo stemma ricevette un parere positivo dall’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il trimastio è quella particolare costruzione formata da tre torri affiancate. Nel caso di Fara Gera d’Adda ricorda il castello possente ampliato e rinforzato nelle sue mura dai vescovi di Bergamo che furono feudatari del paese. Gli smalti del partito di oro e di rosso sono gli stessi dell’emblema del capoluogo. L’espressione araldica dell’uno nell’altro è la caratterizzazione di un oggetto che prende i colori del fondo, scambiandone la disposizione.

Nel capo, la parte superiore dello stemma, di smalto d’argento, trova posto un leone di rosso, che, senza attributi aggiunti, deve essere raffigurato rampante, ritto sulla zampa posteriore sinistra.

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