Rovetta

Blasonatura

Troncato da una fascia in divisa di azzurro: il PRIMO d’argento ad un leone di nero rampante; il SECONDO d’oro a tre alberi di rovere al naturale disposti in fascia.

(DPR 23/6/1983, CONCESSIONE)


Note

Nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma è depositata una busta sullo stemma di Rovetta, contenente pochi documenti. Si tratta di un carteggio epistolare tra il Comune e la Consulta Araldica, avvenuto nel 1929, quando il paese di Rovetta era unito a Fino del Monte. Nella lettera del 18 giugno, il podestà Gaetano Fogaggia chiedeva quali fossero le pratiche da seguire per la richiesta di concessione di uno stemma. Il primo, usato dal Comune nei documenti e negli atti pubblici, era una quercia, albero più rappresentativo del territorio, accompagnata dal motto: mi spezzo ma non mi piego. Questo primo progetto, citato dalla stessa amministrazione sul sito ufficiale, non ebbe seguito perché non furono trovati documenti conservati negli archivi storici. Nel successivo progetto, ideato e realizzato dalla stessa amministrazione comunale, comparivano un leone in segno di feudalità del paese e una fiamma a ricordo delle lotte qui combattute.

Quello attuale è dunque una sintesi dei due precedenti, lasciando il leone rampante di nero su fondo d’argento; furono invece posizionati tre alberi di rovere nella parte inferiore dello stemma, su fondo d’oro, sempre a ricordo dei principali arbusti.

Per evitare che i campi di metallo, d’argento e d’oro, venissero a toccarsi, commettendo così un grave errore araldico, si dispose una fascia in divisa di azzurro, pezza araldica orizzontale con un’altezza lievemente inferiore ad una ordinaria, simboleggiante anche i numerosi torrenti che lambiscono il territorio.

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