Ambivere

Blasonatura

D’azzurro, alla muraglia d’argento movente dai fianchi e dalla punta dello scudo, sostenente  una torre dello stesso merlata di cinque alla guelfa, chiusa, murata e finestrata di cinque di nero (tre finestre ordinate in fascia sopra la porta e due ai lati) sormontata da un’aquila pure di nero dal volo spiegato.

(DPR 12/6/1969, CONCESSIONE)


Note

Il primo progetto del 17 dicembre 1967, elaborato dallo Studio Araldico di Genova, nel quale comparivano una mitra vescovile e un pastorale, a ricordo della soggezione del paese alla curia di Bergamo, secondo i pareri autorevoli dell’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Archivio di Stato di Bergamo, non poteva essere approvato perché non erano attendibili le fonti storiche. Durante le ricerche nei vari archivi storici, si scovò l’antico stemma di Ambivere: una sua delineazione è presente negli stemmari del capitano Michele Pagano del 1624 e del Camozzi del 1888.

Così, con delibera numero 242 del 23 marzo 1969, il consiglio comunale, presieduto dal sindaco Mario Gandolfi, decise l’adozione dello stemma. Il 2 maggio 1969 il progetto ricevette il nulla osta dal direttore dell’Archivio di Stato di Bergamo, Nicola Raponi.

Su fondo d’azzurro, la muraglia d’argento, occupante tutta la parte inferiore dello scudo, perché movente dai fianchi e dalla punta, attributo araldico inteso a specificare la posizione di un oggetto quando tocca i bordi, sostiene una torre, con le fessure tra i mattoni e le finestre di colore nero.

Si tratta dell’antico maniero eretto durante le dispu- te tra guelfi e ghibellini e abbattuto quando il borgo passò sotto il controllo dei Visconti di Milano.

L’aquila pure di nero dal volo spiegato, evidente riferimento alle simpatie verso l’imperatore, posta sulla sommità della torre, ha le ali aperte come se stesse spiccando il volo.

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