Blasonatura
D’argento, al fiume al naturale d’azzurro, scorrente in fascia, alla torre di rosso murata di nero, merlata di tre alla guelfa, attraversante, accompagnata nel cantone destro del capo da due spighe di grano al naturale, decussate, e nel cantone sinistro del capo da un grappolo d’uva di nero, gambuta e pampinosa di verde; in punta una collinetta pure di verde.
(DPR 26/7/1975, CONCESSIONE)
Note
Per quanto riguarda lo stemma di Barzana, non si hanno notizie precise per il mancato inoltro della documentazione da parte del Comune, nonostante le diverse richieste inviate.
Negli archivi storici di Milano e di Bergamo non sono stati rinvenuti emblemi antichi riferibili alla comunità di Barzana; ad un’attenta osservazione dello scudo, si può supporre che lo stemma possa essere stato ideato con molta probabilità dallo Studio Araldico di Genova.
La prima figura descritta dalla blasonatura è il fiume al naturale d’azzurro, scorrente in fascia, ad andamento orizzontale, parzialmente nascosto dalla torre; simboleggia il corso d’acqua Lesina, affluente del Brembo.
La torre di rosso, le cui caratteristiche araldiche sono date dal colore di nero delle fessure tra le pietre, la merlatura alla guelfa, cioè con tre merli disegnati come piccoli rettangoli, allude ai nuclei originari di Barzana, Arzenate e Casavoglio. Il paese, che faceva parte della corte di Almenno, acquisì molta importanza in passato trovandosi in posizione strategica sulla strada militare che collegava Aquileia alla Rezia. Le maggiori colture agricole sono rappresentate dalle due spighe di grano al naturale, decussate, con i colori che avrebbero nella realtà e incrociate tra di loro, e dal grappolo d’uva di nero, attaccato al tralcio e con una foglia di verde. Nella parte bassa dello scudo, in punta, la collinetta pure di verde ricorda l’amena posizione del paese adagiato sulle dolci alture della Valle San Martino.