Gandino

Blasonatura

Di rosso a due grifoni alati attorcigliati a forma di un G, di verde, coronati d’oro. Capo d’oro a tre aquile, a volo abbassato, coronate dello stesso.

(DCG 14/12/1932, RICONOSCIMENTO)


Note

È uno degli stemmi più vecchi della provincia di Bergamo, la cui antichità è confermata da una probante documentazione storica.

Nella delibera del podestà, cavaliere Alfredo Radici, dell’11 agosto 1931, vengono elencate tutte le fonti che testimoniano la presenza dello stemma della borgata di Gandino e di tutta la valle: una fotografia della corona ornante lo stemma, rilevata dal registro dei conti del Comune del 1397, diverse pergamene di una bolla papale di papa Gregorio XIII del 1584 e di un’altra di papa Paolo V del 1610, conservate nella basilica di Gandino, e una mappa della comunità del 1775 con timbro dello stemma. Lo si ritrova anche nel Blasonario delle famiglie bergamasche e dei comuni di Felice Antonio Castelli del 1582; negli stemmari del capitano Michele Pagano, Gabinetto e Camozzi, conservati nella Biblioteca Civica di Bergamo.

Successivamente lo stemma fu usato con regolarità sotto il dominio della Serenissima, nel breve periodo napoleonico, sotto il governo austriaco e durante il Regno d’Italia. A fronte di una così massiccia presenza documentaristica, nel 1932 la Commissione Araldica Lombarda e la Consulta Araldica del Governo diedero il nulla osta al riconoscimento dello stemma.

I due grifoni alati attorcigliati a forma di un G, di verde, descritti nella relazione storico–corografica in dolce connubio, sono gli elementi caratteristici di questa comunità. Non si conosce il significato delle tre aquile poste nella parte alta dello scudo.

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