Gorno

Blasonatura

Troncato semipartito, il PRIMO d’azzurro al san Martino; il SECONDO d’argento alla fiaccola del minatore; il TERZO di nero alla conchiglia fossile.

(RD 9/11/1933, CONCESSIONE)

 


Note

Nel 1930 il podestà di Gorno, Felice Ravasio, con propria delibera dell’11 novembre, approvò l’emblema delineato nello stemmario Gabinetto. Il bibliotecario Giuseppe Locatelli ne fece autenticare una copia.

Alle motivazioni seguì un’intensa esortazione: — si intende con questo stemma di raccomandare alla presente e alle future generazioni la carità, la temperanza e il lavoro, affinché libere da ogni turbamento possano dette generazioni continuare a prendere i loro voti all’Eterno Dio vivo e vero e ad onorare la Patria colle civili e militari virtù.

L’8 giugno 1931 lo stemma ricevette il nulla osta dalla Regia Commissione Araldica Lombarda, non trovandovi anomalie araldiche. Lo scudo è un troncato, diviso in due da una linea orizzontale, la parte inferiore è suddivisa ancora in due da una linea verticale. San Martino, la figura che si trova nel primo campo in alto, su fondo azzurro, è il patrono della comunità e titolare della parrocchiale, costruita nel 1470 sulle fondamenta di un piccolo oratorio del XII secolo. La fiaccola da minatore, in basso a destra, su fondo d’argento, ricorda il lavoro che la maggior parte degli uomini di Gorno esplicava sia a livello locale nelle famose miniere di calamina, un composto di zinco e piombo, sia all’estero, in Australia e in America. La conchiglia fossile, nell’ultimo campo, su fondo di nero, rimanda a una caratteristica geologica importante del paese: la pregevole rarità di un bel marmo nero attraversato al suo interno da conchiglie bivalvi.

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