Leffe

Blasonatura

D’azzurro, alla gru d’argento, rivolta, con la sua vigilanza, ferma su una “navetta” da telaio, anch’essa d’argento e caricante la campagna di verde.

(DPR 30/4/1960, CONCESSIONE)


Note

Diverse modifiche furono apportate all’antico stemma di Leffe nel quale era raffigurata una gru con la sua vigilanza, termine araldico che indica una pietra posta nella zampa del volatile; nel caso in cui si fosse addormentato, la pietra sarebbe caduta. Il paese, adagiato in una conca della Val Gandino, è noto per il suo importante reticolo idrico e i corsi d’acqua vengono visitati spesso dall’airone cinerino. Nella prima istanza del 7 agosto 1959, il sindaco Francesco Serravalli e un consiglio comunale dimezzato, infatti erano presenti 10 consiglieri, gli altri 9 evidentemente in vacanza, adottarono lo stemma di Leffe modificato secondo i bozzetti dello Studio Araldico di Genova.

Furono aggiunte delle api per rappresentare la laboriosità dei cittadini e la navetta da telaio per la presenza di industrie tessili.

Il parere dell’Archivio di Stato di Venezia del 25 settembre 1959 accolse il progetto ma suggerì di eliminare sia le api, perché considerate un simbolo napoleonico, sia la navetta da telaio.

Il 4 dicembre 1959, il consiglio comunale accolse parzialmente i suggerimenti ma decise all’unanimità di lasciare la navetta da telaio perché, come si legge nella delibera, Leffe si è sviluppata e resa prosperosa in dipendenza delle sue molteplici industrie cotoniere e laniere…

L’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri accolse così la nuova domanda, predisponendo il decreto di legge da sottoporre alla firma del presidente della Repubblica.

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