Mozzanica

Blasonatura

Di rosso al bisante d’argento, caricato di una croce scorciata del campo, capo d’oro, all’aquila spiegata in nero.

(DCG 18/2/1929, RICONOSCIMENTO)


Note

L’emblema di Mozzanica è antichissimo: compare infatti nei maggiori stemmari, nel quattrocentesco codice Trivulziano a pagina 234 e nel Cremosano a pagina 319. In questa foggia, senza alcuna modifica nei simboli, ne fu richiesto il riconoscimento. Con propria delibera del 30 luglio 1928 il podestà Giuseppe Camozzi de’ Gherardi approvò formalmente l’antico simbolo. La Commissione Araldica Lombarda nella seduta del 16 ottobre 1928 espresse parere favorevole all’istanza.

Nello scudo si riconosce immediatamente il capo dell’impero, nel quale su fondo d’oro è posizionata l’aquila di nero con le ali spiegate, come se dovesse spiccare il volo. Questa particolarità denota la fede e l’obbedienza all’impero, essendo il paese di fazione ghibellina.

Nella parte centrale è raffigurato un bisante, in araldica un disco generalmente d’oro, in questo caso d’argento, che rievoca un’antica moneta bizantina; su di esso è caricata la croce scorciata del campo, pezza araldica formata dalla sovrapposizione di una fascia, ad andamento orizzontale, e di un palo, in verticale, i cui bracci non toccano i bordi del campo in cui è contenuta ma sono più corti.

Secondo Antonio Carpani, autore de Il bisante, la croce e l’aquila, volume storico proprio sullo stemma di Mozzanica, questi simboli rievocano l’emblema milanese, già in uso nel XII secolo: rappresentano la fedeltà, la dedizione e l’obbedienza che legavano indissolubilmente la terra separata di Mozzanica a Milano, o per meglio dire al suo Duca.

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