
Blasonatura
Troncato in sbarra da un filetto d’argento; il PRIMO di azzurro alla chiesa in prospettiva sinistrata dalla torre campanaria, il tutto al naturale con la base nascosta di verde; il SECONDO di rosso ad un ponte di pietra in sbarra a quattro arcate, la seconda aperta del campo e accostata da quattro pilastri (2, 2).
(DPR 2/5/1963, CONCESSIONE)
Note
Predisposto dalla stessa amministrazione comunale, il 6 agosto 1961 il Comune di Sovere approvò lo stemma con delibera del consiglio comunale, guidato dal sindaco Giacomo Cattaneo.
Dalle prime righe della motivazione si legge che:
— preso atto della proposta della Giunta Municipale e come Sovere è documentato storicamente quale centro antico e rinomato nei fasti bergamaschi, e se ne parli in istrumenti curiali del 1088 e in altri del 1169, non- ché delle sofferenze del secolo XIV per i gravi danni subiti a cagione delle fazioni guelfe e ghibelline che infestavano l’Italia sovrapponendosi l’una all’altra in fratricide guerre. La chiesa di San Martino, fondata accanto alla vecchia torre medievale, e il ponte di pietra, costruito nel 1892, che unisce i borghi di San Martino e di San Gregorio, sono tutti elementi peculiari di questo paese.
La particolarità dello stemma è nel troncato in sbarra, cioè uno scudo diviso in due non da una linea orizzontale ma da una pezza araldica indicata col nome di filetto, ad andamento obliquo dall’alto a sinistra al basso a destra.
Quest’ultimo, di smalto d’argento, serviva per apporvi il motto latino ITER PARA TUTUM, la strada che porterà ad un futuro migliore, un auspicio benevolo ed evocativo dopo secoli di disgraziate e nefaste vicende.
Il parere dell’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri fu positivo eccetto che per la scritta, che non trova giustificazione nel cenno storico–corografico.