Strozza

Blasonatura

D’oro, alla montagna di verde, fondata in punta, aperta alla base dalla caverna di nero, cimata dai due meli al naturale, la chioma del melo di destra parzialmente soprapposta all’altra, entrambe fruttate di rosso, sei e quattro.

(DPR 4/1/1988, CONCESSIONE)


Note

Con la prima richiesta di riconoscimento dello stemma, approvato dal podestà Giovanni Bosoni con propria delibera il 9 febbraio 1934, si voleva omaggiare la famiglia Strozza esistita in paese.

Nei cenni storico–corografici legati alla domanda, c’è la descrizione delle figure presenti: — una grotta ai piedi di un monte verdeggiante sormontato da due alberi. Risultando anche che fra i prodotti agricoli, sono rinomate le pere per l’abbondanza e la qualità, così gli alberi sono peri con frutti. Il 19 luglio del 1934 lo stemma ricevette parere negativo dalla Commissione Araldica: — il podestà del paese chiede la concessione di uno stemma, che dovrebbe richiamare un’estinta famiglia che avrebbe dato nome al paese; a parte che l’esistenza di questa famiglia non è dimostrata e che anche lo fosse, sarebbe da ritenere che probabilmente essa ricevette il nome dal luogo e non viceversa, non vedo qual rapporto con la grotta possa avere il nome di Strozza, che piuttosto indica una strozzatura di monti vicini; e siccome evidentemente si volle una figurazione di paesaggio, così sarei dell’avviso di invitare il podestà a fare nuova proposta, in cui si tenga conto della peculiare configurazione del territorio.

La domanda non ebbe seguito.

Solo alla fine degli anni Ottanta, l’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri diede il nulla osta all’emblema, non ravvisandovi anomalie araldiche. Gli alberi da frutto si trasformarono in meli, i cui frutti sono evidenziati dallo smalto di rosso e conteggiati con un numero preciso.

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