Villa d’Almè

Blasonatura

Di rosso alle tre cotisse d’argento  poste  in  banda; alla villa patrizia posta in cuore, con muri merlati alla ghibellina uscenti dai fianchi.

 

(IN USO DAL COMUNE)


Note

Non ancora concesso da un decreto a norma di legge, il Comune di Villa d’Almè usa uno stemma ideato ed elaborato dallo Studio Araldico di Geno- va, che riprende le stesse caratteristiche dell’em- blema del vicino paese di Almè.

Adottato con una prima delibera di consiglio co- munale del 21 dicembre 1963, con a capo il sinda- co Giovanni Ottavio Perico, fu di nuovo oggetto di discussione e riconfermato con ulteriore delibera del 17 dicembre 1965 sotto la nuova amministrazione del sindaco Raffaele Olivari. Le tre cotisse d’argento poste in banda ricalcano lo stesso significato dello stemma di Almè: richiamano l’impianto stradale che attraversa il paese. In particolare si fa riferimento alla via Priula,  strada  costruita  sotto il Governo della Serenissima da Alvise Priuli. La villa patrizia è giustificata perché richiama il nome del paese. Giovanni Maironi da Ponte nell’opera Dizionario Odeporico della Provincia Bergamasca scrisse: — [il paese] fu una di quelle ville deliziose al grande villaggio d’Almenno, una volta villeggiatura di Principi, poscia dei Vescovi di Bergamo…

L’amministrazione non si limitò però soltanto alla realizzazione di uno stemma, ma decise di inse rire al posto del canonico serto composto da un ramo di ulivo legato ad uno di quercia da un nastro tricolore, previsto per tutti i comuni d’Italia, uno formato da un ramo d’olmo, per ricordare l’etimologia Almè, e da un tralcio di vite per simboleggiare uno dei più importanti prodotti agricoli del paese.

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