Mapello

Blasonatura

Partito d’oro e d’azzurro al ramo di palma di verde, in banda, attraversante sulla partizione.

(RD 6/10/1927, CONCESSIONE)


Note

Anche Mapello fu uno dei primi comuni della provincia di Bergamo a dotarsi di uno stemma, prendendo in prestito l’emblema della nobile famiglia Mapello che ebbe origini in questo paese, così come raffigurato nello stemmario del Camozzi. La delibera podestarile del 10 aprile 1926, essendo uno dei primi documenti, conteneva degli errori e imprecisioni. Con questo atto anziché richiedere la concessione dello stemma, il podestà Angelo Scuri chiese la concessione della bandiera.

Non solo sbagliò sul piano formale ma anche nella descrizione degli oggetti presenti nello scudo: il ramo di palma lo descrisse come giglio di verde. A parte gli errori, dovuti essenzialmente ad inesperienza, la Regia Commissione Araldica di Milano, riunita all’Archivio dello Stato di Milano l’8 febbraio 1927, diede il nulla osta allo stemma a patto di apporre delle spezzature per distinguerlo dal blasone famigliare e per non ledere eventuali diritti nobiliari.

Anche il commissario del re Luigi Rangoni Macchiavelli accolse le proposte della Commissione, così predispose il decreto dopo aver cambiato lo smalto del primo campo in oro.

Nel partito, scudo diviso in due da una linea verticale che parte dal punto medio del lato superiore per arrivare alla punta, a destra si ha lo smalto d’oro, a sinistra l’azzurro.

L’unica figura è il ramo di palma di verde, in banda, posto con andamento obliquo dall’alto a destra al basso a sinistra e posto sulla linea di partizione.

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